La transumanza e l’alpinismo sono Patrimonio Culturale dell’Unesco

La transumanza e l’alpinismo sono Patrimonio Culturale dell’Unesco

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di Redazione – una gran bella notizia per l’Appennino – e per il nostro paese tutto – arriva da Bogotà, dove fino al 14 dicembre si svolge la riunione del Comitato Intergovernativo dell’Unesco che deve avallare le candidature giunte da vari paesi del mondo per il Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. Qui, tra le oltre 40 candidature arrivate da ogni parte del mondo, due tra le prescelte sono state presentate dall’Italia (insieme ad altri paesi). Si tratta della transumanza (candidatura presentata da Italia, Austria e Grecia) e della pratica alpinisti (Francia, Italia e Svizzera).

In particolare la prima riguarda in maniera principale – per il nostro paese – molte regioni appenniniche. Ci riempie di orgoglio, innanzitutto, il fatto che la proposta di candidatura sia partita dal comune di Amatrice all’indomani del terremoto che la distrusse. Il fenomeno della transumanza ed il suo riconoscimento da parte dell’Unesco r riguarda tutta l’Italia, dalle Alpi al Tavoliere pugliese, ma in particolare modo le zone di Amatrice (Rieti) Frosolone (Isernia), Pescocostanzo e Anversa degli Abruzzi (AQ), Lacedonia in Alta Irpinia , San Marco in Lamis e Volturara Appula  (FG )e molti comuni della Basilicata. Sulle Alpi, invece, possiamo considerare interessati a ciò alcuni territori della Lombardia e la Val Senales in Trentino Alto-Adige.

Per quanto riguarda l’alpinismo. seconda candidatura accettata, essa è stata presentata, per l’Italia, dal Club Alpino, dal Collegio Nazionale delle Guide Alpine e dal comune di Courmayeur, avvalendosi, per la documentazione, di materiale di archivio CAI, del Museo Nazionale della Montagna e di testimonianze di praticanti storici dell’attività. Citiamo un passaggio dove si parla del terreno di attività: “… interessa quindi i territori dell’intero arco alpino, dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia e diversi settori della catena appenninica, con un punto di eccellenza nel massiccio del Gran Sasso”

Ora, si spera che i riconoscimenti UNESCO siano portatori di nuovo interesse e di nuove e più incisive azioni per la tutela e la salvaguardia di tutti i territori interessati.

Per quanto riguarda l’alpinismo, Vincenzo Torti presidente generale del CAI, ha detto “se da un lato questo riconoscimento internazionale contribuirà a dare visibilità all’alpinismo in quanto tale, dall’altro comporterà l’obbligo di adottare specifiche misure di salvaguardia. Ed è in questo che i Club alpini proponenti, italiano, francese e svizzero, al pari della Guide alpine e dei Comuni transfrontalieri, saranno tenuti ad azioni di sensibilizzazione verso i possibili nuovi aderenti, partendo dal presupposto che, ferma la libertà di accesso alle montagne, l’avvicinamento alla loro frequentazione richiede fasi di apprendimento e di accompagnamento, l’esatto contrario della superficialità con cui vengono pubblicizzati messaggi di avventura no-limits”.

Crediamo che tali parole vadano applicate a tutto, anche ai territori montani e non antico teatro della transumanza. la cui valenza storico-paesaggistica e l’importanza anche  escursionistica (i tratturi sono l’esempio più tipico di ciò) vanno ancor meglio tutelate.

ich.unesco.org

 

 

 

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