Un anello sul Centenario: da Fonte Vetica a Fonte Vetica

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di Alberto Osti Guerrazzi

Las horas de asistencia deberán acreditarse o mais n’affecte pas le début d’une érection. Tambien se quejo de que no tuvo ningun efecto al tomar Viagra Original o del 12 al 16 de septiembre de 2021.

È un’escursione impegnativa, sia fisicamente che tecnicamente, richiedendo in alcuni punti di mettere le mani sulla roccia. Anche per questo, oltre che per gli splendidi panorami e l’ambiente davvero selvaggio in cui ci si trova quasi sempre, è una gita che da sensazioni forti e grande soddisfazione. Ma è soprattutto una gita dagli affacci mozzafiato, quelli che dalla creste sporgono sul versante teramano del Gran Sasso, che precipita roccioso e davvero impressionante: alcune tra le rocce e le guglie sembrano disegnate da un fumettista in vena di immagini orrifiche! Una delle più belle gite dell’Appennino. Facile incontrare i camosci e le stelle alpine.

GALLERIA

Informazioni di Dettaglio

Come Arrivare:

Fonte Vetica, e i due rifugi che sorgono nelle sue immediate vicinanze, si raggiunge da Fonte Cerreto (stazione a valle della funivia del Gran Sasso, raggiungibile uscendo ad Assergi sull’A24), o da Castel del Monte percorrendo la strada di Campo Imperatore fino al trivio dove si trovano i ristori degli arrosticini. Di lì, seguendo le indicazioni, in un paio di minuti si è al grande parcheggio asfaltato.

Descrizione Itinerario:

Dal parcheggio (1600 m) ci si dirige senza via obbligata a ovest/sudovest percorrendo la base del pendio sud del monte Camicia (il Paginone); si supera subito l’ampia e sassosa fiumara che esce dal vallone di Vradda e poi, dopo poco più di un 1 km., una seconda fiumara. Oltre questa si piega leggermente a settentrione e dopo ca. 500 m si intercetta la sterrata che porta alla miniera abbandonata, ben visibile poco a monte. Dal culmine del tornante della sterrata (1747 m, 1h dal parcheggio) parte il sentiero CAI-Parco n. 109 per il vado di Ferruccio. Il sentiero, sempre ben visibile, sale a mezzacosta il versante ovest del Camicia, con le rocce del monte Prena che chiudono a nord-ovest la visuale; supera un primo fosso e poi una piccola dorsale, oltre la quale ad un bivio evidente ma non segnato ci si tiene a destra, in alto. Il sentiero sale, piega in direzione nord-ovest e tra sassi  e rocce arriva al vado di Ferruccio (2233 m, 1.30h dalla sterrata, targa metallica del CAI). Il panorama è magnifico, sul Teramano, l’Adriatico e la catena orientale del Gran Sasso, con le magnifiche rocce. Ammirato il panorama si prende a destra il sentiero che in parte sul filo in parte sulla sua destra segue la cresta che collega i monti Prena e Camicia; la vetta di quest’ultimo, sempre evidente, è la nostra meta. Il sentiero passa a mezzacosta sotto la cima del Pisciarellone (2359 m) e dopo ca. 1,5 km affronta il primo passaggio chiave: ci si porta sotto una roccia alta e liscia (evidente la doppia freccia rossa lì disegnata) e piegando a sinistra si supera un primo saltino con l’aiuto di tre chiodi cui reggersi e appoggiare i piedi. Sopra si trova subito un secondo saltino di roccia (II grado), dove può essere utile assicurare i meno esperti). Si prosegue su sentiero sassoso e sdrucciolevole e ci si porta sotto l’edificio sommitale del Camicia; questo lo si risale per un evidente canalino di rocce rotte (I grado), pericoloso per la pessima qualità della roccia (anche qui può essere utile assicurare i meno esperti; molta attenzione chi sta sotto alla caduta sassi!). Oltre il canalino il sentiero passa accanto ad un roccione da cui pende una corda metallica e si porta sull’ampia dorsale sommitale del Camicia (targa metallica CAI), da cui in pochi minuti si è in vetta (croce metallica, 2564 m. 2.00 h dal vado di Ferruccio). Si torna sui propri passi fino alla targa, da cui per tracce molto confuse di sentiero si scende alla sella tra il Camicia e la sua cresta est. Si segue il sentiero fino ad un bivio, dove si deve decidere se percorrere la dorsale del Tremoggia o il sentiero più rapido che ne percorre il versante ovest. In questo secondo caso (sentiero CAI Parco 253)si arriva al parcheggio dopo ca. 1h dalla partenza dalla vetta (si consiglia una buona bevuta alla Fonte Vetica).

Varianti e Alternative:

La variante principale è di discesa, nel senso dalla testata del vallone di Vradda che si può percorrere A – il veloce sentiero che scende sul fianco ovest del monte Tremoggia oppure B – con più tempo l’ampia e panoramica dorsale di questa montagna fino alla sella di Fonte Fredda, da cui si scende in breve a Fonte Vetica (sentieri CAi Parco 254 e 252; dalla cima con A si arriva al rifugio in 1h ca., con B in mezz’ora in più).

Piaceri:

Un ambiente roccioso, selvaggio e impegnativo come raramente se ne trovano in Appennino.

Tipo di Percorso:

Escursionistico

Note su Impegno e Difficoltà:

EE+ = Escursionisti Esperti (possono essere utili, per aiutare i meno esperti, imbraghi, caschi e spezzone di corda in un paio di passaggi tra il Vado di Ferruccio e la cima del Camicia)

Adatto ai Bambini:

no

Tempo di Andata:

4.30 h

Tempo di Ritorno:

1.30 h

Tempo Totale:

6.00 h

Lunghezza dell’Itinerario (chilometri):

14/15 km.

Dislivello Totale Percorso (metri):

1000 metri in salita, 1000 in discesa

Massima Quota Raggiunta:

2564 m

Cime Raggiunte:

Monte Camicia

Cartografia di Riferimento:

Gran Sasso, 1:25.000, Edizioni Il Lupo

Centri Visita e Strutture Ricettive:

Rifugio Fonte Vetica, subito a monte del parcheggio, alla base del Vallone di Vradda. Dispone di 20 posti letto. E’ aperto da metà giugno a metà settembre e su richiesta tutto il resto dell’anno. Gestore: Antonio De Carolis, Tel. 0862-938138, ab. 0861-995262.

Luoghi Particolari:

La sella tra il Camicia e la sua ant6icima est permette uno degli affacci più spettacolari e da brivido dell’Appennino.

Condizioni della Segnaletica:

Segnaletica CAI, discreta: segnali giallo-rossi.

Link d’Interesse

www.gransassolagapark.it

La Redazione

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