di Cristiano Iurisci – Murolungo, parete Nord.
Sono quasi le due del pomeriggio, il gruppo CAI è ormai diviso più gruppi, la vetta del Murolungo è stata raggiunta da tutti e da versanti diversi, ci si appresta a scendere. Il mio gruppetto è l’ultimo a raggiungere la vetta poiché che ha percorso con me la cengia a picco sulla val di Teve, alcuni di loro scendono per la via normale, altri (pochi) mi seguono per passare a visitare la Grotta dellOro. Siamo in sei sette persone e con me c’è anche Nicola Carusi.
Nei pressi della Grotta faccio notare a Nico una vistosa ‘pala’ (scaglia) di roccia staccata dalla parete che, secondo me, potrebbe essere la porta di accesso alla parte superiore della parete.
-In inverno potrebbe essere davvero figo passare di lì! -Commento da subito.
Nicola pare subito d’accordo.
-Aspettiamo st’inverno allora!-
Nonostante foto e le ‘sbinocolate’ non si capisce però se è facile o difficile passare di li. Li dentro è praticamente buio!
Intanto la mente fantastica. Un paio di mesi dopo , in una intervista radiofonica alla trasmissione Sentieri Musicali di Luigi Nepseca, mi chiedono se l’esplorazione in Appennino sia finita o c’è ancora qualcosa di nuovo ‘fa fare’. Ovviamente il mio pensiero va a queste e altre fantasie e…la mia risposta è
-Ovviamente no, non è finita! –
E menziono, per l’appunto, il Costone e il Murolungo.
Fine Gennaio. In giro c’è poca neve, forse è arrivato il momento di tentare quella via…la roccia sarà asciutta e pulita dalla neve, assicurare i passaggi più difficili sarà più facile.
I dubbi però se in quel camino si passi o meno, se sia chiuso da inscalabili tetti di roccia.
Nonostante la poca neve, nell’ultimo tratto, poco a valle della grotta dell’Oro si sfonda un bel po’, e, nelle varie pause per riprendere fiato, commento il fatto che magari troviamo un chiodo del mitico Walter Bonatti! Si dice che lui abbia salito con Gigi Panei la parete negli anni ’60, ma non ci sono prove, ne tantomeno testimonianze.
Giunti all’attacco i dubbi ancora permangono, non si riesce a vedere dietro la scaglia, ma ormai siamo qui, voglio almeno provare, devo pure giustificare tutto quel materiale da roccia che mi porto appresso! set di friend, di dadi, 9 chiodi, 10 rinvii, ecc…
Sono i momenti migliori e peggiori allo stesso tempo. Capisci che le tue fantasie e sogni alpinistici si stanno per realizzare, allo stesso tempo hai paura di non farcela. Mentre preparo le corde, Nicola traversa ancora verso destra, verso grotta dell’oro, quando finalmente mi urla che quel ‘buio’ della fessura è illuminato dalla neve! Si passa!! O perlomeno, non ci sono tetti a sbarrare la strada! Wow!
La scalata non risulterà mai difficile, i panorami sono mozzafiato, almeno per noi che abbiamo visto questa parete per lunghi anni pensando sempre che fosse inscalabile. E invece siamo qui, a picco sula grotta dell’Oro in un’esile cengia nevosa tra ripide costole rocciose ad ammirare un panorama fino ad allora sempre e solo immaginato o sognato.
Il sole e il caldo della vetta ci catapultano sulla realtà, sulla ormai consueta e conosciuta via del ritorno, su panorami e scorci, seppur sempre belli, già visti e commentati. Si torna a casa: l’avventura è finita, almeno per questa volta.
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