di Aldo Frezza – Il Corpo Forestale dello Stato (sì, proprio quello che vogliono sciogliere) si è dotato di un nuovissimo strumento per addestrare i suoi operatori a far fronte alle emergenze ambientali. Si tratta del FFAS (Forest Fire Area Simulator), inaugurato e presentato al pubblico alcuni giorni fa. Noi abbiamo assistito, in anteprima, al suo funzionamento dal vivo.
A Castelvolturno (CE), in piena “Terra dei fuochi”, in un edificio sequestrato alla camorra, quasi unico avamposto di legalità in un tratto di territorio devastato, è possibile addestrarsi nelle nuova struttura, frutto della collaborazione tra il Corpo, l’Università Federico II di Napoli che ha sviluppato il complesso algoritmo e la Vitrociset che lo ha realizzato.
Somiglia, ad un primo e superficiale sguardo, ad una specie di video-gioco interattivo, come tanti se ne vedono, a base di guerre e combattimenti. Ma non è solo questo.
In attesa di entrare nel vivo della simulazione, però, ci mostrano una prima meraviglia tecnologica, anch’essa parte dell’universo FFAS: il Sottosistema NIAB. Un video ce lo illustra: dopo che un incendio boschivo ha distrutto una vasta area, la mano di un agente lancia in aria un drone, che fotografa metro per metro tutta la zona bruciata, ad altissima risoluzione. Il software dell’Università di Napoli traccia la mappatura della zona, e analizza le immagini del drone. Ora, la grande esperienza del Corpo Forestale (sì, proprio quello che vogliono sciogliere) sa che il propagarsi del fuoco ha le sue leggi immutabili, e che da tanti segni può essere ricostruita la sua storia (l’annerimento dei tronchi o dei sassi, il tipo di vegetazione, le condizioni del vento, ecc…). Analizzando le immagini, e con i dati immessi, il software può ricostruire il percorso fatto dalle fiamme, ripeterlo a ritroso, fino a individuare sulla mappa il punto o la zona da cui l’incendio si è innescato. Tutto ciò sarà utile per le indagini successive. Incendio doloso? Conseguenza di comportamenti malaccorti? Cause naturali? Sarà possibile verificarlo in tempi brevi, senza la necessità di percorrere tutto il perimetro e il dislivello, a volte rilevante, dell’area.
Ma entriamo nell’area del “videogame”. In una stanza semicircolare degli schermi proiettano la “scena del crimine”: l’incendio di un bosco nel Parco del Cilento. Un operatore, il DOS in gergo, cioè chi è addetto a far fronte all’evento, al centro della stanza, può far scendere in campo i mezzi che ritiene opportuni (automezzi, elicotteri, canadair, uomini, volontari, ecc…). Dà le opportune istruzioni e l’elicotteri virtuale spegne le fiamme nell’esatto punto indicato. Se l’operato dell’agente è stato quello giusto, l’incendio può essere spento, altrimenti si estenderà ad altre zone. A volte, nelle condizioni di vento, temperatura, vegetazione date, il fuoco può colpire lo stesso operatore. Game over. Ma l’esercitazione può essere ripetuta quante volte si vuole fino al successo, senza necessità di dar veramente fuoco ad ettari di bosco.
Dietro alla prima linea, una cabina di regia segue le istruzioni del DOS, facendo apparire sullo schermo gli “attori” richiesti, uomini o mezzi che siano. E può anche, se lo ritiene, creare maggiori difficoltà all’operatore – “l’elicottero non può intervenire ora, arrangiati con i mezzi che hai”, “non possiamo sganciare, troppo vento”, ecc… – per spingerlo a prendere decisioni in emergenza, anche con le poche risorse disponibili al momento.
Il sistema è assolutamente all’avanguardia, primo in Europa con questa completezza e versatilità operativa. Mutuato da alcuni sistemi di addestramento militare, esso è però stato messo al servizio questa volta – e la cosa ci è piaciuta – al servizio del territorio e della prevenzione dei danni ambientali. Per ora gli incendi boschivi. Ma, come ha precisato la Dr.ssa Daniela Piccoli, responsabile del Servizio che di incendi boschivi si occupa, il sistema sarà implementato con altri scenari: sversamento di liquami e dissesto idrogeologico.
E, proprio mentre scriviamo, stiamo piangendo – come ormai ogni anno in questo periodo – i primi morti per alluvioni e esondazioni di corsi d’acqua.
Quasi a ricordarci ancora l’importanza della difesa del territorio a tutti i livelli (patrimonio forestale, biodiversità, rifiuti tossici, sofisticazioni alimentari, ecc…) e di chi se ne occupa da decenni con conoscenza, esperienza e professionalità (sì, certo, anche quelli che vogliono sciogliere).
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