di Aldo Frezza – Il Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) ha ratificato la decisione della regione Liguria di stanziare 7 milioni di euro per il ripristino della “via dell’amore”, celeberrimo tratto iniziale per chi percorre il trekking delle 5 terre in direzione est-ovest. La Via dell’amore, tratto di strada pedonale a picco sul mare, unisce i paesi di Riomaggiore e Manarola. Il breve tratto di strada (poco più di un chilometro) è tra i più visitati delle 5 terre ed attira milioni di turisti da tutto il mondo, con enorme ricaduta economica per la zona. Le Cinque Terre sono un’area protetta come Parco Nazionale, ma anche incluse nell’elenco UNESCO in quanto Patrimonio Naturale dell’Umanità.
L’area in questione venne chiusa nel 2012 per una frana, mentre nel 2015 fu aperto un breve tratto. Ora, i fondi stanziati vanno ad aggiungersi ad altri 5 già preventivati dalla Giunta Regionale; l’intera somma permetterà, a quanto si dice in Giunta Regionale, di lanciare quanto prima il bando per la progettazione delle opere di messa in sicurezza e ripristino ambientale, provvedimento che si attende da anni.
Però, si prevedono ancora lunghe e travagliate le vicende dell’intero percorso “basso” delle Cinque Terre, il “Sentiero azzurro” che permetteva – quando era percorribile – di godere camminando l’intero tratto di costa, da Riomaggione a Monterosso.
Chi verrà qui nella speranza di poter percorrere il celeberrimo itinerario, infatti, troverà ancora chiuso per frana l’intero tratto Vernazza-Corniglia. In più, le forti piogge di alcune settimane fa hanno arrecato danni al tratto Vernazza – Monterosso.
La direzione del Parco nazionale ha avviato procedure d’urgenza per l’inizio dei lavori su tutti i tratti interessati. La speranza è di poter riaprire almeno per Pasqua, periodo in cui si registra sempre grande incremento di visitatori, il Tratto Vernazza – Monterosso, ricostruendo alcuni muri a secco crollati, alcuni tratti di recinzione danneggiati e ripulendo la via da rovi e sterpaglie.
Per il tratto tra Vernazza e Corniglia, invece, la situazione si presenta molto più complicata. Secondo gli studi effettuati, si tratterà di rimuovere grandi masse rocciose instabili che incombono sul sentiero, ripulire l’intero costone dal materiale franoso, collocare reti paramassi e costruire un sistema di canalizzazione delle acque per scongiurare altri possibili smottamenti.
Ci vorrà, insomma, un po’ più di tempo.
Per ogni notizia sull’apertura dei sentieri: sito del Parco