di Peter Lerner – Il lungo cammino di Peter Lerner si è finalmente concluso con l’ultima tappa Ascoli Piceno – San benedetto del Tronto. A San Benedetto Peter è stato accolto dal sindaco Pasqualino Piunti e dal capo di gabinetto Luigi Cava. Qui ha potuto anche incontrarsi con la terza onlus a beneficio della quale ha compiuto il suo viaggio: “Omnibus Omnes – tutti per uno”. Dopo la tappa di Castelluccio, di cui abbiamo scritto, Peter è transitato per Amatrice e le sue frazioni, Arquata, Pescara del Tronto e Pretare per poi dirigersi verso i Monti Gemelli. Da qui, verso Ascoli e il mare Adriatico di San Benedetto. Peter ha accettato di farci partecipi del suo diario di viaggio e ci racconterà, a puntate, la sua esperienza. Pubblichiamo quindi ben volentieri il suo ricordo delle prime tappe: da Ostia a Poggio Moiano (redazione)
Sono partito da Ostia il 21 ottobre con la consapevolezza che avrei dovuto affrontare subito due delle tappe più difficili della marcia: circa 70km di asfalto in due giorni per uscire da Ostia, superare Roma e arrivare a Marcellina ai piedi dei Monti Lucretili. Sono stati due giorni accompagnati dal traffico romano e dolori nei piedi, due giorni di un passo frenetico; ma tutto necessario per arrivare prima possibile nel pre-Appennino.
Il terzo giorno ho lasciato Marcellina e con due giorni di cammino ho superato i Monti Lucretili, un percorso che passa attraverso Monte Gennaro, il Pratone, Campitello, Casale Capo di Porco, Monte Pellecchia, le Praterelle e Cima Casarene. Tra le persone che mi hanno affiancato durante il primo giorno sui Lucretili, c’è stato Vincenzo Lattanzi del Parco Regionale dei Monti Lucretili. Durante tutta la giornata Vincenzo ci ha raccontato dei lupi che vagano nel parco (tre branchi), dei tumori che possono affliggere gli alberi, della costruzione della carbonaia e ci ha spiegato come la vegetazione che copre i Lucretili sia cambiata nel corso dei secoli.La vista dal Monte Gennaro è stata incredibile. La pioggia del giorno precedente, seguita dal vento di tramontana, ha resol’aria estremamente limpida permettendoci di vedere da Ponza all’Argentario a Monte Vettore.
Ciò che mi ha colpito, mentre mi addentravo nel parco dirigendomi verso Poggio Moiano, è stato il senso di un verde e indisturbato centro Italia.
Il panorama verso sud e sud est è stato scandito da interrotti boschi e montagne sino ai Simbruini. Sapevo che da qualche parte in una distesa c’erano la A24, le città e i borghi ma tutto ciò era insignificante rispetto alla natura che si apriva dinnanzi a me. Se fosse stato un normale viaggio in auto per raggiungere le montagne – ad esempio per il Gran Sasso – avrei saputo costantemente circa il traffico, le stazioni di servizio, gli insediamenti lungo la strada e le montagne sarebbero apparse isolate come ultimi rifugi del selvaggio. Guardando dai Monti Lucretili in direzione di Viglio, questa impressione è stata invertita: era l’uomo che sembrava emarginato, isolato, secondario alla natura.
(foto di Peter Lerner)