“Ghiaccio d’Appennino”: l’intervento di Cristiano Iurisci

“Ghiaccio d’Appennino”: l’intervento di Cristiano Iurisci

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di Cristiano Iurisci

Torniamo sull’argomento “errata corrige” della guida di Iurisci, iniziata con l’articolo di Alberico Alesi, pubblicando quanto ci ha scritto lo stesso autore in una mail, che inizia con un rimbrotto alla ns redazione per il ritardo con cui stiamo dando riscontro al suo intervento. Prendiamo atto di tutte le sue giuste critiche nei nostri confronti, e ci scusiamo per ogni inconveniente. Di seguito la risposta di Iurisci (red)

 

“Ghiaccio d’Appennino” è un’opera che mi è costata oltre 1 anno e mezzo di lavoro, anche duro e stressante.

Uno dei problemi principali della guida era, appunto, la bibliografia e, in generale, le fonti di informazioni.

Le uniche fonti liberalmente reperibili sono le poche guide presenti (come la guida appunto, di Alesi sui Sibillini), la rivista semestrale de “L’Appennino” edito dal CAI di Roma, “lo Scarpone” e le storiche “Rivista della Montagna” e “Alp”. Altre fonti, se esistono, sono reperibili solo localmente o con le conoscenze giuste.

Fatta questa premessa, con questo non voglio trovare giustificazioni sugli errori scovati da Alesi ma, la rivista dell’Appennino, la principale e forse più esaustiva fonte di informazioni, è consultabile soltanto (credo, non ne sono poi troppo sicuro) presso la sede CAI Roma. Per questo mi recai al CAI di Roma che, però, mi negò il prestito in toto della collana. Per questo feci una ‘full immesion’ di 4 ore per sfogliare e fotografare più fascicoletti possibili. Ma non fu sufficiente! Mi recai una seconda volta a Roma per continuare il lavoro iniziato ma, evidentemente, qualche notizia mi è sfuggita.

Parallelamente inviai a tutti i CAI abruzzesi e non, compreso quello di Ascoli, dell’intento di scrivere una guida esaustiva che parlasse di alpinismo invernale.

Su una trentina di mail, oltre a numerose telefonate, questo tentativo fu un enorme fallimento. Mi rispose solamente il cai di Carsoli (ricordo ancora il sig. Eligio Eboli). Facebook (2010-11) non era capillarmente usato come oggi, non esistevano gli smartphone (lo so, sono pochi anni fa, eppure sembra preistoria), e su google non c’erano tutte le notizie che circolano ora. Contattai via mail anche il sig.Ares Tondi che mi diede solo poche informazioni utili, nonchè il sig. Antonio Palermi. Quest’ultimo mi diede il consenso per delle foto ma non mi seppe delucidare su altre informazioni e comunque non mi sembrò troppo collaborativo. Non credo per sua intenzione (lo conoscevo di persona), ma forse per dimenticanza o altro.

Certamente avrei potuto prendere l’elenco telefonico e cercare l’altro autore, il sig Alesi, ma non l’ho fatto, credevo fosse sufficiente contattare il sig. Palermi. tutto qui. Le notizie che avevo mi sembravano giuste e sufficienti per la pubblicazione.

Rispondiamo ora punto per punto alle osservazioni di Alesi.

 

1) Questione Monte Acuto

Non avendo trovato informazioni su l’Appennino e su moti numeri de Lo Scarpone, ho pensato che una parete relativamente facile come quella, fosse stata sicuramente salita, ma che nessuno avesse scritto nero su bianco (pubblicando) date e nomi di salitori. Mia superficialità? Può essere…ma più di errore parlerei di omissione di nomi. Ma di questo me ne sono già scusato PERSONALMENTE con il sig. Alesi.

 

2) Foto Torre di Luna

Secondo le mie foto e le mie scalate (salita da me ben 2 volte, di cui una con gli sci in spalla), la linea è assolutamente giusta.

 

3) Questione Argentella

Se non fosse stato per l’articolo su (credo, vado a memoria) Alp di Stefano Ardito, avrei fatto lo stesso errore del Monte Acuto. In quell’articolo si menzionano quei nomi e quella data. Quindi l’errore non è solo mio, ma ora sottomano non ho la rivista e potrei sbagliarmi. Ma ne prendo atto…sempre se ci siano fonti a cui attingere! Ma ora tale notizia è chiara grazie anche alle precisazioni del sig. Alesi e quindi potrò correggere!

 

4) Questione Cima del Lago

A. Alesi. Questo è il nome che compare sulla guida Ghiaccio del Sud. Non so se suo figlio si chiamasse Alessio o se l’ho letto su qualche rivista, ma quella ‘A’ di A. Alesi è stata da me ERRONEAMENTE attribuita ad un certo sig. Alessio che forse neanche esiste. E me ne scuso.

 

5) Questione Marco Florio

Vivendo a circa 130km da Ascoli, non sapevo neanche minimamente della questione (tutta ascolana) sulla paternità di alcune cascate di ghiaccio. Avendo scalato però con compagni di cordata di Marco Florio, e più precisamente con un signore di un certo spessore letterario, oltre che alpinistico, tale Manilio Prignano, abbiamo ravveduto, di comune accordo, di citare entrambi i nomi. Senza però nulla togliere ai veri primi salitori la partentà della salita, in quanto specificavamo che quella di Mari era solo presunta, quella ufficiale era di Alesi e Co.! Ma siccome Florio era presente nella letteratura (Apennino d’Inverno…leggasi nella nota pp.139), abbiamo deciso di mnsionarlo. Ma forse questo non basta per alcune persone che vogliono annientare anche post mortem ex compaesani e/o compagni di scalata. Non voglio iniziare qui una polemica, sono certo che il sig. Alesi avrà tutte le buone ragioni per asserire che il sig. Florio NON ha di fatto scalato le cascate da lui citate. Non volendo entrare troppo nel merito, quello che abbiamo fatto ci è sembrata la cosa più giusta da fare ma, a quanto vedo, tanto giusta non deve essere sembrata.

Mi voglio fermare qui, augurandomi che altri zelanti alpinisti mi facciano altre osservazioni in modo da rendere ancora migliore e più esaustiva la 2° edizione (se ce ne sarà…questo solo Dio lo sa’) de Ghiaccio d’Appennino.

Distinti Saluti

 

Cristiano Iurisci

 

 

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