di Aldo Frezza – ne hanno parlato i giornali e le televisioni di tutto il mondo, dalla CNN al Telegraph, dal Mirror a Time. Si tratta della “nevicata-record” del 5 marzo a Capracotta, nel Molise. Sono state ipotizzate performance meteorologiche da Guinnes dei primati (256 cm di neve in 18 ore): i fiocchi di neve di Capracotta avrebbero sepolto il vecchio record del 1921 di Silver Lake in Colorado e superato la sfortunata Pescocostanzo, che il 5 marzo si è fermata a “soli” 240 cm.
Il grande rilancio delle news da Capracotta ha invaso il web e portato alla ribalta il paesino molisano e i suoi 900 abitanti, con orgogliose discese in campo di cittadini e sindaci che propongono un rilancio turistico della zona, soprattutto per gli sport invernali.
Ma, a parte ogni considerazione sulla necessità sacrosanta di maggiore conoscenza e rilancio turistico di una tra le zone più belle e meno conosciute del nostro paese (e ben venga comunque – lo ribadiamo con forza – qualunque pretesto per parlarne) sembra che questa faccenda della neve sia l’ennesima bufala (e non parliamo di mozzarelle o scamorze,per cui anche Capracotta va famosa) che, a distanza regolare di tempo, si propaga su internet in maniera virale, contagiando anche le più importanti testate del mondo, di solito abituate a forme più rigorose di fact-checking.
A mettere a nudo la bufala, molti meteorologi e siti di divulgazione scientifica. Innanzitutto, le immagini: una delle foto più pubblicate si riferirebbe al 2005, come si evince da una versione della stessa immagine circolata successivamente, dove compare la data.
Poi, soprattutto, si contesta il netodo di raccolta dei dati, che non avrebbe nulla di scientifico. Come spiegato anche dal sito “Newton Journal” “Capracotta ha vissuto un episodio come non molti altri nella storia recente, ma ciò è dovuto al fatto che gli accumuli nel centro cittadino sono stati resi così evidenti dal forte vento, che a tratti ha superato i 100 Km/h. I nivofili (così si chiamano gli appassionati della neve), hanno registrato quei valori in condizioni non favorevoli alle disposizioni dell’organizzazione mondiale della meteorologia” “Il metorologo Andrea Corigliano continua, sulla sua pagina facebook: “Le condizioni meteorologiche che hanno accompagnato la nevicata sono state particolari, in quanto accompagnate da furiose raffiche di vento che hanno sicuramente raggiunto e superato i 100 km orari. In queste condizioni, la misura di una nevicata è a dir poco difficoltosa perchè gli accumuli sono modellati dal vento ad opera del noto fenomeno dello scaccianeve. Di conseguenza, specie in prossimità di abitazioni e/o di ostacoli, è altamente probabile che la cumulata non sia quella dovuta solo alla precipitazione effettiva, ma anche al trasporto”.
Quali sarebbero, quindi i dati ufficiali? Li riferisce, sulla sua pagina facebook, il meteorologo Filippo Thiery (chi segue la trasmissione Geo, su Rai3, dove è spesso ospite, lo ricorderà certamente) “Per il servizio garantito dal Corpo forestale dello Stato e dal Comando delle Truppe Alpine con la collaborazione del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, la coltre nevosa si è assestata intorno ai 70-80 cm di neve in 18-24 ore e ai 90-120 cm in 30-36 ore. Una nevicata di particolare abbondanza- sottolinea Thiery – ma non così eccezionale per queste zone“.
Insomma, l’ennesima bufala di chi, evidentemente, mira alla propaganda mediatica più che alle vere nozioni scientifiche? Sembrerebbe di sì, a leggere questi dati, e dà da pensare come anche i più grandi giornali trattino, con il pressapochismo e la mancanza di conoscenza e di volontà di approfondimento che ben conosciamo, ogni argomento che riguardi la montagna. Per quanto riguarda l’innevamento, quindi, l’attuale record mondiale resta quello registrato alla stazione di rilevamento di Silver Lake, in Colorado, dove dal 14 al 15 Aprile 1921, caddero 193 cm di neve in poco meno di 24 ore.